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Economia

Come passare da un mutuo a tasso variabile a quello fisso: tutta la procedura

Published by
Valentina Giungati

Passare dal mutuo a tasso variabile a quello variabile è possibile e, molto spesso, è una procedura conveniente se svolta nel modo corretto.

Quando si sottoscrive un mutuo, una delle scelte fondamentali che si compie è quella di optare per la tipologia di tasso, ovvero fisso o variabile. Il tasso fisso viene determinato e resta lo stesso nel tempo, quello variabile muta, al variare dei mercati.

Come cambiare il tasso del mutuo Ildemocratico.com

Tendenzialmente quando non ci sono particolari crisi quindi è una scelta da fare in maniera oculata, non solo pensando al quadro attuale ma in prospettiva. Nessuno può avere la sicurezza assoluta di ciò che accade dopo 5, 10 o 20 anni, la situazione può migliorare o peggiorare.

Mutuo da tasso variabile a fisso, come richiedere il cambio

Guardando al complesso, per ciò che riguarda le valutazioni del tasso, è giusto comprendere che non esiste una verità assoluta. Questo perché sottoscrivere oggi in piena crisi finanziaria con i mutui alle stelle un tasso variabile potrebbe non essere una scelta del tutto folle. Infatti questi nei prossimi anni, secondo una questione statistica e di prevedibilità dei mercati, potrebbero scendere nuovamente. Solitamente è sempre dopo una crisi che le cose tornano alla normalità mentre, paradossalmente, quando c’è una situazione di tranquillità potrebbe subentrare un pericolo all’improvviso.

Mutuo, come passare dal variabile al fisso Ildemocratico.com

Chi ha fatto una scelta di cui non è più sicuro, può comunque sempre cambiare. Esiste una formula apposita che permette di rinegoziare il proprio tasso con la banca, quando ci sono particolari condizioni. Quindi non è sempre possibile ma bisogna rispondere a certi requisiti: finanziamento fino a 200 mila euro, ISEE entro i 35 mila euro, pagamenti e rate in ordine. Facendo il passaggio viene selezionato il tasso minore tra Irs a 10 anni e Irs relativamente alla durata del mutuo residua.

Un mutuo a 30 anni, con 2 anni di rate pagate, consentirà quindi di valutare i prossimi dieci anni (quindi non fino all’estinzione del mutuo stesso). Con il nuovo tasso si ottiene una rata bloccata. Questo non è un processo di surroga del mutuo che invece prevede l’estinzione totale del mutuo con il rifinanziamento da parte di un’altra banca e quindi l’accensione di un nuovo mutuo. Si tratta solo della possibilità di andare a rinegoziare unicamente questo dettaglio.

Quale conviene tra le due opzioni? In questo caso dipende dalla propria condizione. Laddove sia possibile aderire al cambiamento del tasso da variabile a fisso si può procedere senza problemi. In alternativa, se non si rientra in quella casistica, è possibile pensare ad una surroga del mutuo che consente comunque sempre di risparmiare, scegliendo con attenzione sia la banca che il tipo di offerta.

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Valentina Giungati