“ASSUMIAMO TUTTI, subito, senza condizioni né titoli”: ufficiale, 180 mila nuovi contratti a tempo indeterminato I Non ci sono requisiti o vincoli

Lavoratore che esulta (pexels) democratico.it
Il lavoro che cercavi è dietro l’angolo. Ti basta solo fare queste piccole cose per ottenerlo, non devi nemmeno studiare.
Chiunque abbia mai cercato lavoro sa bene quanto sia estenuante. Ore passate tra CV aggiornati, lettere di presentazione che nessuno leggerà davvero, e colloqui dove ti chiedono entusiasmo anche se sei a pezzi. E quando finalmente un contratto arriva, il paradosso è servito: si è infelici anche mentre si lavora.
Sui social, i meme sono pieni di verità ciniche. C’è quello in cui una persona è triste perché è disoccupata, triste quando ha un lavoro precario e ancora triste anche quando è finalmente assunta. È tutto vero: il lavoro, così come lo conosciamo, spesso logora. Il modello è tossico, costruito su ritmi serrati, competitività spinta all’estremo.
Le cause? Un mercato che premia solo chi si sacrifica fino al burnout, stipendi che non crescono, e un’idea ancora radicata che “lamentarsi” sia da deboli. Il risultato è che si vive in una condizione permanente di stress: chi non lavora si sente escluso, chi lavora è sopraffatto.
La gavetta? Un modo per non pagare
E nonostante le tante parole sulla salute mentale e il work-life balance, il sistema continua a girare su se stesso, spesso ignorando le reali necessità delle persone. Per anni ci è stato detto che la gavetta è una tappa obbligatoria, quasi un rito di passaggio verso il “vero lavoro”.
Peccato che, nella maggior parte dei casi, si traduca in stagioni di sfruttamento travestite da formazione. Tirocini non retribuiti, stage infiniti e contratti da fame giustificati con il mantra “così impari”. La verità è che la gavetta moderna, più che una scuola, è diventata spesso una scusa per pagare poco o nulla.
Nuovi posti di lavoro
Nonostante tutto, qualche spiraglio si apre. Il 2025 porta con sé opportunità concrete per donne disoccupate e giovani under 35 in cerca di stabilità. Chi vive al Sud può diventare molto interessante per le aziende: se assunto a tempo indeterminato, genera per l’impresa un forte risparmio contributivo. Si tratta di un nuovo incentivo, attivo dal 31 gennaio al 31 dicembre 2025, che prevede che le aziende private che assumono donne senza impiego regolare o giovani nel mezzogiorno abbiano diritto a un’esenzione contributiva fino a 650 euro al mese per due anni.
Se il giovane vive al nord o al centro, lo sgravio è comunque consistente: 500 euro al mese. C’è un’altra finestra attiva già dal 1° settembre 2024, estesa a tutti gli under 35 che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato in Italia. In entrambi i casi, il contratto può essere anche part-time, basta che sia nuovo o trasformato e aumenti l’organico. Le regole sono chiare: l’azienda non deve aver licenziato nei sei mesi precedenti e ogni assunzione dev’essere aggiuntiva, non sostitutiva.