“Le visite fiscali sono mobbing”: Ufficiale la sentenza I ‘Strategia persecutoria’: li porti in tribunale e li asfalti

“Le visite fiscali sono mobbing”: Ufficiale la sentenza I ‘Strategia persecutoria’: li porti in tribunale e li asfalti

Tribunale (pexels) democratico.it

Non sapevi di avere quest’arma dalla tua parte: da adesso in poi puoi impugnarla per averla vinta in tribunale.

Studiare giurisprudenza in Italia è una vera maratona. Prima di arrivare in tribunale come avvocato o magistrato, bisogna affrontare un percorso di studi lungo e complesso. La laurea in giurisprudenza dura cinque anni, pieni di esami ostici su diritto privato, penale, costituzionale e molto altro.

Dopo la laurea, per chi vuole diventare avvocato, inizia il praticantato di 18 mesi, spesso sottopagato. Ma il vero scoglio è l’esame di Stato: tre prove scritte e una orale, con percentuali di bocciatura spaventose. Se invece si punta alla magistratura, la strada è ancora più ripida.

Bisogna passare un concorso con prove durissime e una preparazione di anni. Insomma, diventare un esperto di diritto in Italia richiede passione, resistenza e, diciamocelo, una bella dose di pazienza, soprattutto se si deve poi avere a che fare con i dominus di alcuni studi.

La legge è un labirinto

In Italia, la legge è così complicata che nemmeno chi la studia per anni riesce a conoscerla tutta. Il risultato? Tante persone non sanno quali siano i propri diritti e finiscono per subire soprusi senza nemmeno rendersene conto. Tra burocrazia infinita, leggi scritte in modo contorto e normative che cambiano continuamente, è tutto un disastro.

Spesso ci si trova bloccati per paura di sbagliare o di affrontare cause che durano anni. E così, ingiustizie e abusi vengono lasciati correre, mentre chi ne approfitta gioca con la scarsa conoscenza delle persone. Lo studio rende effettivamente liberi.

Scopri cosa fare se subisci mobbing
Tribunale (pexels) democratico.it

Il mobbing che non conoscevi

Brocardi.it è la fonte. Essere in malattia è già una brutta esperienza, ma alcune aziende fanno di tutto per renderla ancora peggiore. Il datore di lavoro può richiedere all’INPS di mandare il medico fiscale a casa del dipendente per verificare che sia davvero malato. Fin qui, nulla di strano. Ma quando queste visite diventano eccessivamente frequenti, si entra nel territorio del mobbing. Non esiste un limite massimo di visite fiscali, ma il buon senso impone che non si possa trasformare questa pratica in una forma di pressione psicologica.

Chiedere visite a ripetizione, magari due volte al giorno o nei giorni festivi, solo per far sentire il dipendente sotto controllo continuo, può essere considerato abuso. E qui scatta la tutela legale: il lavoratore può impugnare il decreto e portare l’azienda in tribunale. La legge, o meglio, l’articolo 5 dello statuto dei lavoratori, tutela il diritto alla salute e alla dignità del dipendente, stabilendo che il datore di lavoro deve agire in buona fede. Quindi, se ti trovi a ricevere visite fiscali in modo ossessivo, sappi che hai il diritto di reagire legalmente.