Se non si trasferiscono a 800 km da casa verranno licenziati: il dramma di decine di famiglie italiane

Se non si trasferiscono a 800 km da casa verranno licenziati: il dramma di decine di famiglie italiane

O si trasferiscono, o verranno licenziati: il dramma dei dipendenti di Hiab (ildemocratico.com / pexels)

L’azienda chiude e per loro c’è un’unica alternativa al licenziamento: devono trasferirsi

L’Italia non sta vivendo un periodo glorioso, dal punto di vista economico. Per quanto ci si stia temporalmente allontanando dalla pandemia di Sars-CoV-2, che ha messo in ginocchio il paese così come il resto del mondo a causa dei lockdown necessari per il contenimento dei contagi, le sue conseguenze sono ancora tangibili e sono appesantite dalla crisi politica internazionale dovuta principalmente ai conflitti in corso.

La vita è ancora molto cara ed anzi, di fronte ai prezzi di molti beni di prima necessità che continuano ad aumentare come quello della benzina per citarne solo uno, gli stipendi restano uguali a sé stessi, generando un impoverimento che va a colpire soprattutto chi è già fragile economicamente o chi ha famiglia e figli a carico.

In un contesto del genere, poi, c’è chi si trova messo ancora peggio. I dipendenti della Hiab di Taranto, per esempio, sono di fronte ad una scelta drammatica: o accettano il trasferimento a 800 km da casa, o verranno licenziati.

La Hiab di Taranto chiude: che ne sarà dei suoi dipendenti

Al termine di un lungo processo decisionale, la Hiab di Taranto ha deciso di chiudere lo stabilimento di Statte, dove al momento sono impiegati più di 100 dipendenti. A dare la notizia ufficiale è stato il deputato pugliese del Partito Democratico, a margine di una riunione plenaria presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy: a pagarne il prezzo più alto saranno i dipendenti. Per una trentina di loro, infatti, è arrivata una proposta ai limiti dell’assurdo: se non vogliono subire il licenziamento devono trasferirsi presso lo stabilimento di Manerbio, a Bologna.

Si tratterebbe di un cambiamento di vita, dato che Manerbio è a 800 km di distanza da Taranto, dove questi lavoratori hanno famiglia e tutta la loro vita. L’alternativa, però, è solo una: utilizzare la cassa integrazione finché è disponibile e accedere poi alla Naspi.

Fare gli scatoloni
La Hiab di Taranto chiude: che ne sarà dei suoi dipendenti (ildemocratico.com / pexels)

Perché la Hiab chiude

Secondo Ubaldo Pagano, il deputato pugliese del PD, alla base della chiusura dello stabilimento di Statte della Hiab non ci sarebbero crisi aziendali, fattore che desta ancora più rabbia e nervosismo nei dipendenti. Per di più, i vertici si sarebbero rifiutati di attivare per tempo il contratto di solidarietà, messo a disposizione dalla regione Puglia per queste situazioni e che avrebbe consentito di usufruire di un tempo maggiore per la reindustrializzazione del sito.

Il motivo, quindi, sarebbe da ricercare secondo Pagano nelle recenti decisioni del governo in merito alla soppressione della “decontribuzione Sud” che, per molto tempo, ha costituito un incentivo importante per l’investimento nel Mezzogiorno.